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Scambio di accuse tra il comune di Catania e la Regione
Castello Ursino: persi 6 milioni di euro
I soldi servivano per la ristrutturazione interna
Non è ancora chiaro se si tratti di un'eclatante leggerezza perpetrata dalla burocrazia di Palazzo degli Elefanti, o di un rifiuto per così dire politico della Regione Siciliana. Quel che si sa, al momento, è che il Museo civico Castello Ursino non otterrà un finanziamento da quasi sei milioni (per l'esattezza: cinque milioni e novecentomila euro). Secondo fonti palermitane, la Regione non erogherà i fondi a causa del ritardo con cui il Comune le ha trasmesso il progetto per la costruzione della scala tra il primo ed il secondo piano della struttura. Attualmente, infatti, il secondo livello del Museo non può essere raggiunto dai visitatori: la scalinata esistente non garantisce le condizioni minime di sicurezza. Al terzo piano, invece, si può giungere solo utilizzando un ascensore interdetto al pubblico. In altre parole, ai visitatori non rimane che il pianterreno. Peccato. Appresa la notizia dello stop al finanziamento, il sindaco di Catania Raffaele Stancanelli si è detto convinto che i tempi di consegna del progetto fossero stati rispettati, ma ha anche aggiunto: "Voglio capire meglio come sia andata, subito dopo le festività pasquali mi recherò a Palermo per ottenere i fondi e individuare le responsabilità dell'accaduto". Il primo cittadino etneo teme che il progetto sia stato accantonato dalla Regione Siciliana per "mancanza di volontà politica". Frattanto, però, una nota di Confcommercio Catania lascia trasparire un forte senso di delusione e di rabbia. L'organizzazione di categoria sembra credere all'ipotesi di un errore commesso dagli uffici di uno tra i due enti, forse da entrambi: "E' inaudito che la burocrazia comunale e/o regionale - tuona il dirigente locale Francesco Sorbello - sia così inefficiente ed incapace. E' proprio l'inefficienza il prezzo che la nostra Regione paga e che ci contraddistingue dal Nord del Paese. Quello che frena il Sud non sono le risorse ma l'inefficienza. Il caso in specie sembra rappresentare uno dei più eclatanti casi di inefficienza della macchina amministrativa. Riteniamo indispensabile che l'Amministrazione Comunale e regionale aprano un'inchiesta al loro interno e verifichino l'esatta situazione e soprattutto se esistono responsabilità, perché chi sbaglia impari anche a pagare in tutti i modi previsti dalla norma. Questo caso, se errori ci sono stati, dovrà essere da esempio per quanti nella pubblica amministrazione non svolgano la loro attività con scrupolo ed efficienza. Errori, inadempienze, se esistono, vanno colpite perché a scontarne il prezzo è sempre e solo la città nel suo complesso, una Città ogni giorno più povera ed in agonia". Nelle ultime battute del comunicato, Sorbello lamenta una certa assenza di attenzione per gli assessorati comunali al Turismo ed alla Cultura ("Che fine hanno fatto?"). L'operato dell'assessore Rita Cinquegrana, che per altro siede ancora alla guida del Teatro Massimo Vincenzo Bellini, torna dunque in discussione.
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