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Catania capitale europea degli studi di Neuropsichiatria infantile
Un convegno sulla sindrome di Tourette
Mary Robertson e Renata Rizzo
Presso l'aula magna di Piazza università si è tenuto un simposio sulla Sindrome di Tourette che ha avuto come relatrice ed ospita d'onore d'eccezione la professoressa Mary Robertson, dell'University College of London. Promotrice locale della conferenza internazionale è stata la professoressa Renata Rizzo, docente di Neuropsichiatria infantile presso il dipartimento di Scienze Mediche e Pediatriche dell'Ateneo e segretaria del board direttivo dell'ESSTS.
All'assise hanno preso parte prestigiosi studiosi europei e statunitensi. Per fare il punto sui più recenti progressi della ricerca sull'eziologia, nosografia e terapia su tale Sindrome, che prende il nome dal neurologo francese Georges Gilles de la Tourette che la evidenziò nell'800, l'Università di Catania ha ospitato il meeting annuale dell'European Society for the Study of Tourette Syndrome (ESSTS) organizzato con il supporto dell'European Network for the study of TS (COST Action BM0905).
Il Congresso è stato preceduto, nella sede della facoltà di Medicina, da una "training school" di due giorni articolata in sessioni pratiche tramite sistemi audio-visivi, che ha lo scopo di formare ricercatori e medici sulle moderne metodologie diagnostiche.
Si è inoltre tenuto un convegno-satellite promosso dalle associazioni europee dei genitori dei pazienti affetti da sindrome di Tourette, al quale hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di numerosi paesi Europei, da Israele e dal Canada.
Diamo un cenno di questa malattia nota purtroppo solo a chi ne è affetto. Una percentuale della popolazione infantile mondiale dall'1 al 3 % è oggi colpita dalla Sindrome di Tourette, un complesso disturbo neuropsichiatrico, caratterizzato dalla presenza di tic motori e fonici cronici, la cui gravità può variare da estremamente lievi a invalidanti. A tali fenomeni si associano frequentemente gravi psicopatologie quali disturbo da deficit di attenzione con iperattività, disturbo ossessivo compulsivo, depressione ed altro, che, ovviamente, possono avere significative ricadute sulla vita familiare, scolastica e sociale dei piccoli pazienti.
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