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Suicidio assistito per le piccole imprese


La piccola e media impresa, con una somma di aziende di 4,2 milioni, e una quota del 70,8 del Pil nazionale prodotto, è l´asse del sistema economico nazionale, ma sarà proprio questo comparto a subire le trasformazioni più profonde da parte della crisi in atto. Anzi, gli ultimi provvedimenti del Governo Monti le faranno subire in maniera particolare la difficilissima situazione.
Il 2011 è stato un anno terribile per il mondo della Piccola e Media Impresa, irto di difficoltà aspre e spesso inaspettate. Il 2012 non è da meno, forse sarà perfino peggiore. Erano in molti a pensare che si trattava di una crisi leggera e rapida. Non è stato così e le forze politiche, quando è stato chiesto a loro un aiuto hanno dichiarato l'impossibilità di una o l'altra misura per mancanza di risorse, per problemi di priorità, per questioni politiche o altro. Adesso si rischia di non reggere oltre. Ci sarebbe bisogno per le piccole e medie imprese di liberarsi di quei fardelli burocratici, del costo troppo alto dell'energia, di una legislazione del lavoro che non premia i meritevoli ma che tutela le inefficienze, che impediscono alle imprese italiane di competere ad armi pari con il resto del mondo. Il Governo Monti non ha fatto nulla in questa direzione ma ha aumentato le tasse a dismisura. In questo modo non ci potrà essere nessuna crescita, nessuna produzione e nessun nuovo posto di lavoro. Anzi, se ne perderanno ancora tantissimi. E già si parla di 5.000 posti di lavoro in meno nel mese di settembre. "Per le piccole imprese stare sul mercato è sempre più difficile". Ha detto il presidente di Confartigianato Lombardia, Giorgio Merletti, commentando i dati dell'indagine congiunturale recentemente condotta da Unioncamere secondo la quale per le imprese artigiane si registra un calo degli ordini particolarmente intenso per il mercato interno (-10,2% su base annua e -3,4% sul trimestre precedente). Una lenta corsa verso il baratro se non si interverrà presto.

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