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L'assessore regionale Tranchida non l'ha inserita nel decreto appena firmato
Aci Castello esclusa dall'elenco dei comuni a valenza turistica
"È stato un atto vergognoso ed offensivo, nei confronti della comunità castellese, quello dell'assessore regionale al turismo Daniele Tranchida e del presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, di omettere oggi Aci Castello e le sue frazioni dalla lista dei comuni a vocazione turistica a vantaggio di altri comuni che non hanno di certo qualcosa in più e di spendibile rispetto al nostro". Esplode in questi durissimi termini la protesta del sindaco di Acicastello, Filippo Drago, di fronte all'esclusione dalla lista dei 57 comuni siciliana a vocazione turistica.
L'assessore regionale al Turismo, Daniele Tranchida, lo scorso 14 febbraio ha firmato il nuovo decreto che riguarda "Le nove città capoluogo di provincia della Sicilia, i comuni siciliani che rientrano nel club dei borghi più belli d'Italia riconosciuti dalla Consulta del turismo dell'Anci, insieme ai centri che vantano beni dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'Umanità, le isole minori e 24 centri di conclamata storica valenza turistica".
Oltre ai nove capoluoghi nella lista ci sono i comuni di Brolo, Castelmola, Cefalù, Geraci Siculo, Montalbano Elicona, Novara di Sicilia, San Marco d'Alunzio e Savoca, Lipari, Leni, Malfa, Santa Marina Salina, Caltagirone, Militello Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Piazza Armerina, Scicli, Sortino, Lampedusa, Favignana, Pantelleria, Ustica, Acireale, Erice, Giardini Naxos, Milazzo, Sciacca, Taormina, Salemi, Monreale, San Vito Lo Capo, Marsala, Ribera, Menfi, Giarre, Paternò, Vizzini, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Castelbuono, Petralia Soprana, Gangi, Pollina, Piana de gli Albanesi, Avola, Mazara del Vallo.
Di Aci Castello nessuna traccia, eppure la vocazione turistica c'è, al fuori di ogni dubbio,sia per la bellezza del mare sia per la presenza di importanti impianti turistici. Senza parlare di Acitrezza, dei Faraglioni e della Riserva marina delle Isole dei Ciclopi. Eppure le caratteristiche richieste erano: l'adeguata presenza di beni culturali, artistici e architettonici; la collocazione all'interno di parchi regionali; la localizzazione paesaggistica e naturalistica, la persistenza e la tutela dei centri storici, l'adeguata dotazione infrastrutturale alberghiera, l'organizzazione di rassegne o grandi eventi culturali e un'adeguata presenza turistica.
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