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Il progetto potrebbe andare in gara entro il 31 dicembre. Da settembre musei aperti anche il pomeriggio
Via libera al restauro del Castello Ursino
Sbloccato progetto per il restauro del Castello Ursino, lo hanno annunciato nei giorni scorsi il sindaco di Catania Enzo Bianco e l’assessore alla Cultura Orazio Licandro. I due amministratori hanno spiegato come, con 6 milioni di euro di fondi comunitari, si potrà realizzare la completa fruizione del maniero federiciano, parte essenziale di una “dorsale della cultura” sul modello di Avignone. Un progetto per una completa fruizione del Castello Ursino che era stato dimenticato e, grazie alla riunione comune delle giunte della Regione Siciliana e del Comune che si svolse il 3 luglio scorso a Catania, è stato recuperato. Il progetto potrebbe andare in gara già entro il 31 dicembre 2013 se si individua la misura in cui inserirlo, o meglio non appena la Regione - che ha già dato parere positivo - riuscirà a individuare la misura europea adatta a finanziare il progetto. In caso contrario bisognerà aspettare la prossima primavera.
Il Castello, dopo anni di lavori e di interventi di vario tipo, avrebbe dovuto essere riaperto nel maggio 2003 ma ciò non fu possibile per il «livello anomalo di polveri invisibili causato dal pavimento, a suo tempo scelto e collocato con la direzione della Soprintendenza catanese».
Nel 2004 si pensò di lanciare una campagna per la riapertura del Castello, fu preparato anche un manifesto che non vide mai la luce, perché nulla si fece.
Nell'aprile 2005 il comune di Catania nel chiarire il perché della persistente chiusura, attacca frontalmente la Sovrintendenza: «I lavori per la catalogazione dei singoli pezzi, per i quali l’Amministrazione ha richiesto l’ausilio della Sovrintendenza, sono inspiegabilmente fermi da circa un mese e mezzo. Pare infatti che il personale accuratamente selezionato per questo tipo di operazione, sia stato dirottato verso altre attività; Le vetrine sono state acquistate su indicazione della stessa Sovrintendenza che le ritiene adesso non idonee allo scopo».
Nell'ottobre 2005 l'allora assessore alla Cultura ruppe (e non solo metaforicamente) «il lucchetto dell'oblio culturale», il Castello riaprì parzialmente e si tennero alcune presentazioni di libri come quelle dei giornalisti Tony Capuozzo, Salvo Sottile e Pietrangelo Buttafuoco, oltre a quella di Vincenzo Cerami per "Vite bugiarde" (alla quale il 15 febbraio 2008 parteciparono a stento una ventina di persone).
Adesso sembra essere arrivata la svolta per la completa apertura e un buon utilizzo del maniero federiciano.
«Ritengo che sia di grande importanza – ha spiegato Bianco – aver recuperato questo progetto, che giaceva dimenticato dalla burocrazia e che invece riveste una notevole importanza per la nostra città. L’assessore Licandro ha lavorato di concerto con l’assessore regionale alle Infrastrutture Nino Bartolotta per recuperare i fondi e valutare il progetto, che prevede di mettere in completa sicurezza l’intera struttura con la realizzazione di una scala esterna per l’accesso al secondo piano e di realizzare una serie di servizi anche per il turismo».
«Quando sarà recuperato - ci ha detto l’assessore Licandro - il Castello Ursino diverrà il luogo principe dell’offerta e della produzione culturale di Catania. Pensiamo a un percorso che parte idealmente dal monastero dei Benedettini e passa per il Teatro antico per raggiungere proprio il maniero federiciano, costituendo anche sotto il profilo urbanistico una sorta di ‘dorsale della cultura’ che sia sede permanente per spettacoli e manifestazioni culturali sul modello di Avignone che possano dare supporto al turismo. E, con questo spirito, nel castello nasceranno un book shop e una caffetteria».
«Ma le novità non si fermeranno qui - ci confida l’assessore Licandro – stiamo lavorando per far diventare Catania polo di attrazione turistica. Certo non è facile con i pochi fondi che abbiamo a disposizione al momento ma stiamo studiando tutte le strade possibili. Intanto le novità si vedranno già a settembre da quando tutti i musei cittadini rimarranno aperti anche il pomeriggio. Gli altri step prevedono una piena valorizzazione e fruizione dei nostri beni archeologici e monumentali sia tramite campagne pubblicitarie - fondi permettendo, ammette Licandro – e una city card che contiamo di presentare il prossimo anno con i servizi pubblici, i musei e i percorsi enogastronomici».
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