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Befera: «Esiste un'evasione fiscale di sopravvivenza»

Troppe Tasse in Italia

Le aziende sono ormai al tracollo


Secondo il direttore dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera, esiste un'evasione fiscale di sopravvivenza. Una quasi involontaria ammissione che denuncia il fatto che in Italia la pressione fiscale è tale che alcune imprese per sopravvivere sono costrette a non pagare le tasse. Questo, ovviamente, non vuol dire che l'evasione fiscale sia un fatto da giustificare. E’ incontentabile, però, che la pressione fiscale sia ormai giunta a livelli intollerabili. La lotta portata avanti dagli organi dello Stato, oltre al fatto da essere condotta con sistemi degni dei peggiori regimi totalitari, è condotta con metodi che scoraggiano persino gli acquisti. Chi acquista un appartamento o un auto nuova riceve immediatamente una lettera inquisitoria, quasi intimidatoria, che preannuncia controlli serrati e addirittura una pre-condanna per evasione. Chi può, allora, non spende bloccando così consumi e crescita. Per di più, come hanno dimostrato i recenti arresti di funzionari di Equitalia in diverse regioni italiane, spesso non si è brillato né per imparzialità né per correttezza. Infine, anche se forse c’entra realmente poco con tutta la questione, il su citato Befera guadagna più o meno quanto il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama: 304 mila euro l’anno contro 305 mila al cambio corrente. Solo che Obama ha responsabilità diretta in tutto il mondo e Befera solo quella di prelevare soldi, seppur legittimamente, dalle tasche degli italiani. Ma questo è solo un aspetto marginale. La sostanza dei fatti è che la politica italiana è stata ed è scellerata sul fronte di tasse e imposte. Come tutti sappiamo c’è stato l’aumento dell’Iva dal 21% al 22%. Ebbene, questa brillante operazioni non porterà un centesimo in più nelle casse dello Stato, anzi ne leverà moltissimi. Scrive Oscar Giannino sul suo blog: «Da quando l’aliquota ordinaria salì dal 20 al 21% nel settembre 2011, l’IVA incassata scende. Ora l’aliquota è salita al 22%. Ma nei primi otto mesi del 2013 il suo gettito è diminuito del 5,2% rispetto al 2012, con 3,7 miliardi di euro in meno. Scendono infatti per la recessione gli scambi interni, e diminuiscono le importazioni contribuendo sì a migliorare la bilancia dei pagamenti, ma facendo piangere le casse dello Stato». Occorre una sterzata fatta con grande coraggio. Riusciranno Enrico Letta e Angelino Alfano ad effettuarla entro pochi giorni? La legge di stabilità dovrà infatti essere licenziata entro il prossimo 15 ottobre. Per quello stesso giorno il Governo dovrà inviare a Bruxelles il Draft Budgetary Plan, un documento che sintetizza gli effetti contabili dei provvedimenti da adottare. L’ultima possibilità, forse, prima che l’economia italiana crolli del tutto sotto il peso della pressione fiscale. L’ultima possibilità di rilanciare la crescita e lo sviluppo, per abbassare il costo del lavoro, per sostenere le aziende e le imprese; l’ultima possibilità per tentare di attirare investimenti stranieri in Italia. L’ultima possibilità per dare una concreta speranza all’Italia ed agli italiani.

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