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Domenica si celebrano le primarie del Pd
L’Italia verso una svolta politica
Giuseppe Civati
Dopodomani, domenica 8 dicembre, si svolgeranno le primarie aperte del Partito Democratico per eleggere il suo segretario nazionale e candidato premier e la sua assemblea nazionale. I candidati sono tre: Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati. POtranno votare tutti gli italiani che hanno compiuto il sedicesimo anno di età, anche se non sono iscritti al Pd. Costoro dovranno obbligatoriamente registrarsi on line entro le mezzanotte di oggi e pagare via telematica 2,50 euro oppure 2 euro al momento in cui si presenteranno al seggio. L'elenco dei seggi di appartenenza si potrà trovare sul sito www.primariepd2013.it.
Chi è momentaneamente fuori sede, sempre previa registrazione, potrà votare nel seggio più vicino alla località dove si troverà nella giornata di domenica. Ricapitolando chi è iscritto al Pd per votare dovrà esibire la tessera elettorale, un documento di identità e la tessera del partito; chi non è iscritto al Pd dovrà esibire la tessera elettorale, un documento di identità e pagare 2 euro (sempre che si sia, entro la mezzanotte di oggi, registrato nell'apposito sito Internet). Si potrà votare dalle 8 alle 22.
Mentre il centrosinistra celebra le sue primarie per la scelta del leader, il centrodestra vive il tragico momento della separazione. Riuscirà Angelino Alfano a fare quello che non riuscì a Gianfranco Fini. Probabilmente si, perché Alfano è siciliano e democristiano e perché forse, in fondo in fondo, un accordo con Berlusconi c’è. Come più volte detto, in fondo potrebbero trovarsi alleati insieme tre “vecchi” giovani democristiani: Matteo Renzi, Enrico Letta e Angelino Alfano. I tre sono grosso modo coetanei (Renzi è del 1975, Letta è del 1966 e Alfano è del 1970) e provengono da esperienze politiche simili e in ogni caso vissute all’interno della giovanile della DC. Un trio che garantirebbe a Berlusconi la possibilità di un dialogo senza la zavorra dei falchi, degli aziendali, dei leghisti e degli ex fascisti. Questi ultimi due gruppo, attraverso l’alleanza con Forza Italia, potrebbero essere perfino essere messi sotto controllo. Ma, cosa più importante, resterebbe priva di forze la componente più di sinistra del Pd e questo Massimo D’Alema, che sciocco non è, l’ha capito bene e in questi giorni ha mosso tutte le sue forze a sostegno di Gianni Cuperlo. Anche se tutti i sondaggi indicano la vittoria del sindaco di Firenze in queste cose non si può mai sapere. Il movimento centrifugo non si fermerebbe ugualmente ma D’Alema lo potrebbe gestire attraverso un “suo” segretario di partito. Il “leader maximo” sa perfettamente che la vittoria di Renzi metterebbe la parola fine alla sinistra italiana e al suo tentativo di realizzare un progetto socialista europeo seguendo la linea di Martin Schulz. Ecco a chi si rivolge di fatto, secondo gli studiosi di marketing politico, il sindaco di Firenze: « un gruppo prevalentemente maschile, giovane adulto, di alto profilo. È attivo e fortemente impegnato: molto nella realizzazione professionale, ma anche (pur se meno) nella crescita culturale e della propria partecipazione sociale. È interessante notare, anche qui, la presenza di un’esigua minoranza di donne, con tratti e atteggiamenti, verso la vita e l’autorealizzazione, decisamente mutuati dal modello maschile. Caratteri socio-demografici: abitano il Nord Ovest, in centri medio-grandi e hanno un’età compresa fra i 25 e i 54 anni, con anche una punta più giovane. Titolo di studio, reddito e status sono medio-alti, alti. Le professioni più rappresentate sono gli imprenditori/professionisti, i dirigenti, gli impiegati. Valori individuali e sociali: Il loro orientamento è attivo; cavalcano l’onda del successo, sia nella vita che nel lavoro; quest’ultimo è inteso come fonte di investimento e gratificazione. Molto forte, dunque, la progettualità professionale. Attivi anche dal punto di vista politico, si informano, collaborano con organi politici locali, talvolta sono iscritti ad un partito». Tutto, proprio tutto ma anche assolutamente nulla che abbia una benché lontana parentela con qualcosa di sinistra. A tanti italiani potrebbe andare bene, a Berlusconi andrebbe benissimo, a Massimo D’Alema certamente no.
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