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La lezione delle amministrative in Italia
Scegliere il sindaco? Compito della gente
Basta con le imposizioni dei partiti
Tra due settimane si voterà in diversi comuni della Sicilia e quello che è successo alle amministrative del 15 e 16 maggio nel resto d'Italia non può non lasciare il segno. La gente ha indubbiamente punito chi non ha saputo governare e se ne sono accorti Letizia Moratti a Milano, dove il candidato dell'opposizione ha preso più voti in attesa del ballottaggio, e il Partito Democratico a Napoli, al quale apparteneva il sindaco uscente Rosa Russo Jervolino, che non ha portato il suo candidato neppure al doppio turno. Dove invece si è ben governato, indiscutibile Sergio Chiamparino a Torino, il passaggio delle consegne è avvenuto in maniera naturale.
Il segnale è chiaro: le persone non vogliono più proclami, promesse e belle parole ma fatti. Neppure Silvio Berlusconi in persona questa volta è riuscito nell'opera di convincimento. Una lezione per i politici siciliani che hanno ancora un po' di tempo per correre ai ripari. Il 29 e 30 maggio, infatti, si voterà in pochi centri: importante solo Ragusa, in provincia di Catania solo a Ramacca. Ma già l'appuntamento del prossimo anno coinvolgerà ben 17 comuni solo nel catanese con grossi centri come Misterbianco e Paternò. Poi, nel 2013, il voto per tutti: nazionali, regionali, provinciali e comunali a Catania. Sempre se non si andrà a elezioni anticipate. Quindi bisogna darsi da fare. Purtroppo qualcuno continua nella pessima abitudine di lanciare proclami del tipo "Si sta finalmente affermando la legalità e il rispetto delle regole". Una bella frase di facciata mentre, numeri alla mano, la "sua" città sprofonda sempre più nella crisi. Non sarebbe forse il momento che i vari partiti, invece di scegliere i candidati nel segreto delle loro riunioni, possano veramente scegliere quello che la gente ritiene migliore? Pisapia, al di là del colore politico (che non centra nulla con questa valutazione), ha dato una lezione: la gente lo ha scelto contro le indicazioni del maggiore partito d'opposizione e forse lo sceglierà anche contro il rappresentante del maggiore partito di governo.
A Catania, nel 2008, stava per accadere lo stesso: un terzo non scelto dai partiti maggiori ha rischiato di vincere. L'esempio è chiaro; sapremo tutti noi coglierne adesso la lezione?
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