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Invece di buon governo si offrono ministeri e eco pass
Regali e promesse, tutti pronti per il voto
Un tempo si davano pacchi di pasta
Si dice che i siciliani a volte vendano il loro voto per un pacco di pasta. E' senza dubbio accaduto nel passato, e non solo in Sicilia; e forse, purtroppo, accade anche oggi. Ma qui c'è sempre "fame nera".
A Milano, che la pasta nel piatto ce l'hanno ogni giorno tutti o quasi, la merce di scambio è di tenore più elevato: spostamento di ministeri, eco pass, strisce blu gratis per i residenti, licenze di tassista. Inoltre, aprire un ministero nel capoluogo lombardo, o un dipartimento come si è premurato a spiegare il ministro Roberto Calderoli, produrrebbe altra burocrazie e nuove spese. E pensare che questo governo ha ancora nel suo programma l'abolizione delle provincie. Invece di proporre buona amministrazione si sta facendo leva sulle esigenze personali e sulle paure dei cittadini. Uno spettacolo squallido.
L'unica cosa sensata di questi giorni l'ha detta il ministro delle Finanze Giulio Tremonti quando ha denunziato la terribile severità di Equitalia le cui cartelle esattoriali stanno squassando l'intero paese a cominciare da quella piccole e medie aziende che fino ad ora hanno costituito il nerbo di Lega e Pdl. "Equitalia si fa interprete di un modello fiscale vessatorio e di svantaggio che rischia di distruggere il tessuto produttivo delle nostre imprese già gravemente colpito dalla crisi economica internazionale non ancora conclusa", dice il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci.
E in Sicilia le cose non stanno in maniera diversa. Nel frattempo i nostri ministri Stefania Prestigiacomo, Angelino Alfano, Ignazio La Russa e Saverio Romano parlano di progetti futuristici che rilanceranno l'isola. Sarà vero? Ma possiamo solo sperarci visto che loro sono lì non per i nostri voti. Anche perché, forse, siamo già stati pagati con il solito, vecchio pacco di pasta e quindi abbiamo già avuto. Che diritto avremmo di chiedere altro?
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