Amy Winehouse, dall'eccesso al decesso - Articolo - IlMercatinoSicilia.it

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La cantante inglese simbolo di una generazione senza valori

Amy Winehouse, dall'eccesso al decesso

Paragone impossibile con Hendrix, Joplin e Morrison

"La morte di mia figlia era solo questione di tempo". Le parole della madre di Amy Winehouse tuonano nella mente e azzerano certezze e speranze per una vita che forse è durata troppo e per una voce che avrebbe potuto regalare tanto e che adesso, forse, vivrà per sempre. Perché la sua voce era un diamante nero con l'estensione di una perla bianca e con Amy la musica ha perso una melodia preziosa che aveva saputo fondere il Soul con il Rhythm and Blues.
È difficile credere che si possa morire a ventisette anni per sconsideratezza e assoluta mancanza di amor proprio, eppure i fatti lo urlano, la rassegnazione di una madre lo sottoscrivono e i commenti smaliziati dei suoi fan chiudono il cerchio. E poco importa sapere se è morta perché ha scelto di togliersi la vita o solo per la sbadataggine di aver ingerito un miscuglio fatale di droghe e alcool, il punto è che Amy questa volta è davvero tornata al nero (Back in black) seguendo, come una premonizione le parole della sua canzone (Rehad). A noi restano due album piacevolissimi e la reale possibilità di ascoltarne un terzo che la casa discografica pubblicherà postumo e con incassi record.
Eppure, cara Amy, abbiamo ancora un perché da uscire dalla tasca per capire se esiste un altro legame - oltre quello dell'età - che ti lega ai cantanti che hanno perso la vita a ventisette anni. In quel club dei 27 in cui il destino o le tue scelte ti hanno relegata per l'eternità ci sono nomi eccellenti che hanno segnato cambiamenti epocali nella storia della musica: Janis Joplin, Jim Morrison, Robert Johnson, Brian Jones, Kurt Cobain e Jimi Hendrix. Ma loro hanno vissuto in un periodo in cui gli eccessi avevano un motivo di rottura, di cambiamento non solo nella musica ma anche nella vita. Erano quegli anni Settanta che segnavano la fine della guerra fredda e l'avvento del pacifismo, l'inizio della rivoluzione sessuale e dell'amore libero, l'abbandono delle regole bigotte e puritane su famiglia e costumi. Insomma anni di rivolta in pieno boom di idee e ideali che destabilizzavano la società di cui loro, gli artisti, erano le punte visibili dell'iceberg. Ma tu, Amy, per quali idee o ideali ti sei autodistrutta?

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