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Il viaggio trionfale di Mario Monti negli USA

Salutato trionfalmente da buona parte della stampa italiana Il viaggio di Mario Monti negli Stati Uniti non ha ricevuto lo stesso trattamento di riguardo da parte delle agenzie di rating. Moody's declassa l'Italia, il giudizio sul nostro debito scende infatti da A2 a A3. Una brutta sorpresa per il premier che fino a poche ora prima valutava positivamente gli incontri d'oltre oceano. "C'è molto interesse per l'Italia e per il mercato italiano una volta che l'economia si consoliderà nel suo miglioramento" aveva affermato Monti dopo l'incontro con i nomi che contano della finanza americana. Lo stesso entusiasmo era stato espresso da Barack Obama in seguito al colloquio con il premier italiano. "Mario, il lavoro che stai facendo in Italia è eccezionale. Mi è piaciuta la tua partenza a razzo. Hai tutto il mio sostegno" aveva dichiarato il presidente statunitense. In assoluto però la cosa più curiosa del viaggio di Monti è la meta. A parte l'incontro rituale con il presidente americano è la seconda tappa quella più interessante: Wall Street, la culla della crisi finanziaria internazionale. Nelle stesse ore in cui Atene "bruciava" il nostro premier andava a rendere omaggio ai principali responsabili della catastrofe finanziaria che sta sconvolgendo l'Europa. Mediaticamente bombardati da parole come "spread", "rigore" e "debito pubblico" molti sembrano infatti avere dimenticato che la crisi economica è nata nel 2008 a Wall Street dalla bolla speculativa dei fondi subprime legati al mercato immobiliare. Una reazione a catena che ha colpito il debito pubblico di numerosi paesi come Grecia, Spagna, Irlanda e Italia con conseguente declassamento da parte delle agenzie di rating. Gli uomini della finanza tanto cari a Monti sono gli stessi che tentano di scaricare i costi della crisi sull'unione europea. Eppure Monti ha enorme fiducia negli investitori americani tanto da rispondere ai cronisti che gli chiedevano se fosse riuscito a convincergli ha risposto:" "Penso di sì ma in genere non lo dicono seduta stante I mercati parlano con i fatti". "Appunto" verrebbe da rispondere.

di Roberta Fuschi. Pubblicato in Cronaca il 17/02/2012


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